Lo sbiancamento dentale è la procedura in grado di riportare il colore dei denti a quello originario, ma
per uno sbiancamento efficace bisogna rivolgersi al proprio dentista ed evitare i prodotti fai da te.
Nicotina, teina, farmaci e alcuni alimenti sono i nemici principali della discromia dentale (l’alterazione del colore dei
denti naturali), facendo perdere al sorriso il colore e la brillantezza di un tempo. Per questo i trattamenti sbiancanti
sono sempre più richiesti. Per essere efficaci e non causare problemi a denti e gengive, però, devono essere prescritti dal
dentista.
Lo sbiancamento, spiegano i Dentisti ANDI, è un atto medico. E’ quindi indispensabile che l’odontoiatra valuti
preliminarmente la natura del difetto di colore del dente naturale oggetto del trattamento e la situazione clinica del
paziente.
E’ opportuno ricordare che lo sbiancamento non risolve tutti i difetti di colore dei denti naturali. Le discromie dentali
sono infatti spesso dovute a difetti strutturali dello smalto del dente che possono avere origini diverse, come la prolungata
assunzione di farmaci in età infantile, traumi dentali o altre cause eziologiche.
E’ inoltre necessario valutare lo stato di salute delle gengive e quello generale dei denti per valutarne la situazione in
termini di livello di posizione ed accertare l’eventuale esistenza di condizioni infiammatorie. La presenza di tartaro
richiede una seduta di igiene orale prima del trattamento.
I prodotti per lo sbiancamento dentale professionale sono a base di perossido di idrogeno ad elevata concentrazione.
Non agiscono direttamente sulla componente minerale dello smalto dentale, ma vanno a modificare il legame chimico
presente nelle sostanze responsabili della discromia del dente. L’azione del perossido ad alta concentrazione riorienta la
riflessione della luce da parte dello smalto dentale ospite di quelle sostanze. Si tratta comunque di un effetto temporaneo.
Per questo il trattamento sbiancante va ripetuto ad intervalli di tempo regolari, secondo le prescrizioni dell’odontoiatra,
in media ogni 18-24 mesi.