La gnatologia  è una branca piuttosto recente dell’Odontoiatria che studia la fisiologia, la patologia e le funzioni della mandibola (masticazione, deglutizione, fonatoria, posturale) e pertanto, studia i rapporti tra i mascellari, i denti, le due articolazioni temporo-mandibolari, i muscoli che muovono i mascellari e il sistema nervoso che comanda quei muscoli, compresa la lingua.

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La terapia gnatologica consiste nel ristabilire i normali rapporti fra condilo mandibolare, disco articolare e fossa glenoide. Pertanto è la posizione mandibolare reciprocamente al cranio che fa la differenza tra successo ed insuccesso. Allo scopo servono manufatti prevalentemente di resina e metallo (bite) che riposizionano la mandibola producendo allo stesso tempo un rilassamento muscolare dei muscoli masticatori e di tutti gli altri muscoli interessati.

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Una volta eliminate le contratture si procede alla terapia di stabilizzazione dei risultati, che può prevedere la correzione occlusale per apposizione, per sottrazione o per modifica tramite ausili che possono andare da un semplice molaggio selettivo per eliminare interferenze (a volte causate da restauri malposti), ad un ripristino delle corrette altezze tramite onlays, corone o delle edentulie tramite protesi, infine si possono modificare posizioni dentali tramite ortodonzia.

L’articolazione temporo-mandibolare, detta comunemente ATM, è molto complessa ed è quella del corpo umano che lavora di più.

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Negli ultimi 50 anni questa articolazione è stata oggetto di studi molto vasti, da un punto di vista diagnostico, ma i risultati terapeutici sono stati molto modesti.

Il risultato di questa incertezza è stato un continuo avvicendarsi di tecniche diagnostiche e di pratiche terapeutiche legate spesso alla sola abilità del terapeuta che le proponeva, per poi scoprire che erano del tutto inutili o errate nei concetti di base.
Oggi la situazione non è molto diversa, con scuole, tecniche diagnostiche e terapie, in competizione non in concorrenza le une con le altre, il risultato finale è tuttora in gran parte dipendente dall’abilità e dalla sensibilità del dentista.

Non va dimenticata l’estrema variabilità delle patologie concomitanti, visto che la sintomatologia è spesso multifattoriale ed è perciò estremamente difficile controllare eventi che hanno la loro origine in distretti tanto distanti del corpo umano, come piedi e rachide. L’esame diagnostico non può perciò prescindere dall’esame dei quattro fattori di base: sistema nervoso, muscoli, denti ed articolazione temporo-mandibolare.

Il dr Luigi Coccia (formatosi negli USA alla scuola del Prof. Bernard Jankelson) ed il dr Alberto Coccia nel loro studio di Castellammare di Stabia sito in Piazza G. Matteotti, 2  al 1° piano  per effettuare questo esame, adottano  la tecnica neuro-muscolare del Prof. Bernard Jankelson.

Grazie all’utilizzo di esami ultra specialistici , quali  

Elettromiografia  –  Kinesiografia  –  T-scan 

i dottori Coccia hanno la possibilità di controllare il movimento della mandibola, i potenziali elettrici dei muscoli della masticazione, l’occlusione statica e dinamica (intensità, distribuzione e baricentro della chiusura occlusale dentale) e registrare con una sonografia gli eventuali rumori articolari.

Tutti questi dati vengono registrati su un supporto informatico e questo ci permette di comparare nel tempo i vari esami eseguiti.

Dall’analisi di tuti questi dati, se serve, viene confezionato un bite (da noi chiamato ortotico), un dispositivo individuale fabbricato in resina trasparente che si applica alla dentatura inferiore (mandibola).

Questo dispositivo viene confezionato in laboratorio utilizzando come matrice uno ‘stampo’ in resina registrato direttamente in bocca al paziente durante l’esecuzione dell’analisi kinesio-elettromiografica, un esame diagnostico dell’apparato muscolo-masticatorio.

L’ortotico è un dispositivo ‘personalizzato’ e pertanto assai preciso.

A differenza di altre tipologie di ‘placche’, l’ortotico possiede una superficie occlusale (ovvero la porzione di placca che entra in contatto con i denti superiori) scolpita, in grado di ‘replicare’ la forma dei denti inferiori semplicemente in una posizione spaziale differente da quella abituale.

Normalmente viene utilizzato per individuare la posizione della mandibola (parte inferiore della bocca) rispetto al mascellare (parte superiore) che sia muscolarmente compatibile e quindi, priva di tensioni e/o torsioni, con le funzioni della mandibola (deglutizione, masticazione e fonazione).

Nei soggetti affetti da sintomatologia dolorosa del compartimento orale muscolare o articolare, l’ortotico può venire confezionato come rimedio terapeutico al sintomo in oggetto.

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Nei soggetti da riabilitare protesicamente e/o ortodonticamente può rappresentare un ausilio prezioso nel simulare e, successivamente, guidare la realizzazione di nuovi rapporti fra le arcate dentarie.

A seconda delle condizioni l’ortotico può essere utilizzato esclusivamente durante il riposo notturno, oppure per 24 ore al giorno. Ogni volta che viene rimosso dal cavo orale, l’ortotico deve essere lavato e riposto nell’apposito contenitore.

 Solitamente i sintomi di una malocclusione sono:

  1. Dolori all’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM), localizzati e spesso confusi con dolori all’orecchio
  2. Bruxismo, digrignamento e/o serramento dei denti la notte
  3. Acufeni (fischi all’orecchio), vertigini, senso di ovattamento delle orecchie
  4. Nevralgia del Trigemino
  5. Mal di testa, di varie tipologie
  6. Dolori cervicali
  7. Tensioni muscolari alla mascella, al collo, alle spalle

 

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Non sono sintomi specifici, ma la presenza di alcuni di questi deve far pensare ad un Disturbo Cranio-Mandibolare (DCM).

Quando la Disfunzione Cranio-Mandibolare si manifesta, son veramente “dolori”, sia per il paziente, sia per il dentista generico, che  solitamente si trova impreparato a gestire una problematica così complessa.

Il dr Alberto Coccia, odontoiatra con una preparazione specifica nel campo delle malocclusioni sa mettere in relazione i diversi aspetti della Disfunzione Cranio-Mandibolare.