Sono i numeri, prima delle sensazioni e dei risultati, ad impressionare a cominciare da quello dell’edizione del Congresso Scientifico ANDI: la sessantunesima. Poi le 1.787 presenze del venerdì che sommate alle 1.870 del sabato fanno sale così piene che il settore non era più abituato a vedere da tempo.

Un Congresso, che si è svolto nella splendida cornice dell’Hotel Rome Cavalieri, che aveva tra gli obiettivi quello di essere il luogo dove l’odontoiatria italiana poteva incontrare e dialogare con tutto il settore. Obiettivo centrato attraverso il programma scientifico – previsto per ogni figura professionale che compone il Team Odontoiatrico – quello merceologico ma anche attraverso temi prettamente professionali, quelli politico sindacali che in altri eventi faticano a convivere con quelli scientifici. Lo strumento che si è dimostrato indispensabile per favorire il dialogo su queste tematiche è stata Casa ANDI.

Un congresso che ha dimostrato, e non poteva essere diversamente perché organizzato dal più grande sindacato del settore dentale e tra i più importanti del settore medico, come l’aggiornamento professionale passa per il saper curare e riabilitare ma anche saper scegliere i propri materiali, attrezzature e gestire lo studio secondo le regole.
Ma un settore per poter crescere deve sapere dove andare e con quali obiettivi.
E su questo punto i rappresentanti di tutti i professionisti e gli operatori che operano nel settore dentale e medico – nessuno escluso – si sono trovati d’accordo nel sottolineare che la linea intrapresa da ANDI, quella di mettere al centro del settore il dentista libero professionista per sostenere tutto il comparto, è quella che permetterà di affrontare le sfide ed il cambiamenti che oggi lo stanno penalizzando.

“Il rilancio dell’odontoiatria italiana e la tutela della libera professione passa inesorabilmente attraverso [...]